La certificazione secondo la specifica tecnica ISO/TS 16949 nasce nel 1999 – dalla riunificazione di precedenti standard quali AVSQ94, QS9000, VDA 6.1, … – specificatamente per l’industria del settore automobilistico, al fine di garantire efficacemente la qualità del prodotto di tutta la filiera, ma soprattutto i costruttori di autoveicoli (i cosiddetti OEM).
La specifica tecnica – ora giunta alla terza edizione del 2009 (allineata alla ISO 9001:2008) – è gestita dalla IATF (International Automotive Task Force, www.iatfglobaloversight.org), un gruppo “ad hoc” di case automobilistiche e le loro rispettive associazioni di settore, costituito per fornire prodotti di qualità migliore a clienti del settore automobilistico a livello mondiale.
Il testo della norma riprende integralmente i paragrafi ed i contenuti della ISO 9001:2009 in appositi riquadri, ma riporta numerosi e corposi requisiti aggiuntivi, alcuni di essi molto impegnativi da applicare.
Oltre a ciò il processo di certificazione, regolamentato da apposito manuale IATF, è abbastanza rigido e prevede tempi limite, una volta fissato l’audit di primo stadio, per il raggiungimento dello “stato di conformità” (che prevede l’assenza tassativa di non conformità), necessario al rilascio della certificazione.
L’obiettivo della Specifica Tecnica è lo sviluppo di un sistema di gestione per la qualità (SGQ) che promuova il miglioramento continuo, enfatizzando la prevenzione dei difetti e la riduzione della variabilità e delle perdite nella catena di fornitura. La Specifica Tecnica, insieme con i requisiti specifici dei clienti, definisce i requisiti fondamentali del SGQ e fornisce un approccio comune ai SGQ per la produzione di serie e delle parti di ricambio.
Occorre precisare che la Specifica si applica ad organizzazioni presso le quali sono fabbricate, parti di produzione e/o ricambi, nonché trattamenti (termici, superficiali, verniciatura, ecc.) lungo tutta la catena di fornitura automobilistica (i cosiddetti Tier 1-2-3, ovvero gli anelli della catena di fornitura agli OEM, le case costruttrici di veicoli), ove con il termine “automobilistico” si intendono inclusi: auto passeggeri, veicoli commerciali leggeri, camion per il trasporto pesante, autobus, motocicli (ed esclusi veicoli da gara, muletti, mezzi movimento terra ed agricoli,…).
Le cifre sui certificati emessi nel mondo (meno di 40.000 ISO/TS 16949 contro quasi 1 milione di ISO 9001 a fine 2008) ci indicano che l’ISO/TS 16949, oltre ad essere applicabile in un ambito ridotto (settore automotive) è anche una norma (pardon una Specifica Tecnica) molto impegnativa.
È bene tener presente che, oltre ai requisiti espressi nella specifica, per l’ottenimento della certificazione bisogna dimostrare di osservare i capitolati dei clienti automotive (requisiti cliente o CSR) e sviluppare le metodologie (i “tool”) indicate dalla specifica (FMEA, SPC, PPAP, MSA, APQP…) secondo quanto previsto dagli appositi manuali AIAG (www.aiag.org), alcuni di essi liberamente tradotti dall’ANFIA (www.anfia.it) e da altre organizzazioni italiane.
In un prossimo articolo parleremo dei requisiti della norma e della loro attuazione in azienda.
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