Il primo gennaio 1993, con l’avvento del mercato unico europeo, divennero operative la coesione economica dei Paesi membri e l’attuazione di politiche comuni.
Ciò avvenne tramite l’eliminazione di molte barriere tecniche, normative, giuridiche e burocratiche che ostacolavano le quattro fondamentali libertà per cui venne originalmente creata la Comunità Economica Europea (Trattato di Roma, 1957):
- libera circolazione delle merci,
- libera circolazione dei servizi,
- libera circolazione delle persone,
- libera circolazione dei capitali.
Uno dei mezzi più importanti per ottenere tali risultati è stata l’adozione del cosiddetto Nuovo Approccio alla regolamentazione dei prodotti, tuttora vigente.
Il Nuovo Approccio nacque dal fallimento del precedente e prolungato tentativo di un’armonizzazione “dal basso” delle norme tecniche sui prodotti.
Cosa che non fu possibile sia per la numerosità dei prodotti presi in esame, sia per la regola, allora vigente, della votazione all’unanimità, sia per il fatto che ogni Paese indicava le proprie come le uniche norme tecniche valide per tutti.
Si procedette allora ad una razionalizzazione “dall’alto”: l’intervento legislativo comunitario (a maggioranza qualificata) avrebbe dettato solo i requisiti essenziali non derogabili di determinate categorie di prodotti, e il sistema industriale di ciascun Paese avrebbe deciso, con una certa libertà d’azione, come conformarsi ad essi.